Il 21 Marzo tutti sappiamo comincia la primavera. Tempo di germogli, tempo di rinascita. La natura si risveglia dal sonno invernale e ci racconta la gioia di vivere e di ricominciare; la terra si riveste di verde, l’aurora si riveste di luce; «tutto canta e ride di gioia», recita un salmo. Gli animali escono dal letargo e le lucertole riprendono a saettare sui muri. Le farfalle ritornano a posarsi sui fiori, gli insetti ronzano per l’aria, le api si apprestano alla loro solita fatica: la conquista del miele; gli uccelli preparano il nido per la cova.
La terra che pareva morta ora rivive e, proprio in primavera, noi celebriamo la resurrezione.
Leggiamo nel libro della natura un mistero più grande della rinascita. Se la primavera eccita i sensi per l’ebbrezza che porta ma si realizza sempre con un contratto a termine, la Resurrezione invece parla al cuore del credente e gli dice: è vita per sempre!
Oggi celebriamo non una rinascita, ma una Risurrezione. Rita è salita al cielo il 21 Marzo.
Quante volte abbiamo sperato in una sua rinascita primaverile, in un rifiorire del suo bel volto, in un ribiondeggiare dei suoi capelli, in un suo ridestarsi alla Lazzaro del Vangelo. Carlo il suo inseparabile sposo mi ha confidato pochi giorni fa: Chissà se Maria presente in ogni istante al calvario del Figlio, pur accettando la volontà Divina, in un angolino del suo cuore con il Figlio sulla croce, non abbia sperato sino all’ultimo: Ecco ora scende dalla croce e torna integro. Certamente Maria ha pensato questo Carlo, così come immagino lo abbia pensato tu e i tuoi figli per Rita. Non è stata mancanza di fede, ma una pienezza di umanità.
Il cristiano non ama la morte. Nessun uomo ama la morte e tutti ne hanno un orrore comprensibile. Noi tutti amiamo la vita. Ma sta proprio qui il grande messaggio cristiano, la bella notizia del Vangelo: Dio ha vinto la morte, per sempre! É Pasqua!
Quella notte, allo scadere della mezzanotte, il 21 Marzo in quella cameretta dell’Ospedale di Rimini titolata stanza dei gerani, è accaduto il Mistero Pasquale!
Come nella Resurrezione di Gesù. Era una notte di primavera come tante altre, fuori del sepolcro le guardie dormivano, nessun evento grandioso, niente segni se non un lenzuolo bianco “ripiegato a parte” in un angolo della grotta. La Resurrezione, l’evento che ha cambiato il senso della storia, è accaduto nel silenzio più totale. Eravamo abituati ai segni grandiosi dell’Antico Testamento, al passaggio del Mar Rosso, alla manna dal cielo, alla caduta di Gerico. Qui niente di così straordinario.
Ecco lo stesso è avvenuto per Rita. Non fra tuoni e lampi, non tra segni ed eccitazioni spirituali, e neppure alla vista di nessuno. Anche il suo sposo inseparabile che le stava accanto minuto dopo minuto è caduto in un leggero sonno proprio nel momento del Passaggio. Mi ricorda tanto il libro della Genesi quando Adamo si addormentò ed arrivò Eva. Il luogo del Mistero è sempre estraneo ai nostri occhi. E così Rita è entrata nella Pasqua di Gesù, certo in anticipo con il nostro calendario liturgico che ci vede in piena Quaresima, ma in perfetto orario con quel disegno misterioso che l’ha accompagnata in questi anni.
Un disegno sublime, da leggersi solo con gli occhi della fede.
Abbiamo pregato per lei in questi anni la guarigione del corpo, è avvenuta quella del cuore.
Abbiamo pregato perchè Rita ritrovasse le forze, ed è comparsa la fede.
Abbiamo pregato perchè i suoi capelli ritornassero biondi e belli, abbiamo ottenuto un aureola di luce sopra di essi.
Abbiamo pregato perché Rita e Carlo si potessero riabbracciare come un tempo, li abbiamo ritrovati un sol cuore e una anima sola;
abbiamo chiesto che la morte non li separasse, ora vivono già di un amore eterno.
Abbiamo pregato perchè Veronica e Mattia non disperassero; è arrivato Jason e sogni nuovi. Abbiamo pregato che la nostra comunità parrocchiale potesse prendersene cura nella preghiera e nella solidarietà; ora è Rita che si prende cura di noi. Abbiamo chiesto che non si sentisse sola; lei non lo è mai stata. Gesù è sempre stata con lei.
Allora oggi il dolore della sua morte si deve aprire ad una speranza nuova. Una luce nuova si accende sul nostro cammino. Grazie Rita per aver acceso una luce nuova, la luce di Gesù nella nostra comunità, nella nostra città. Ora sappiamo che la malattia si può vivere con coraggio, il dolore si può donare, l’amore di coppia può entrare in profondità sublimi, l’amore di mamma può permettersi di lasciar andare i figli al loro cammino e soprattutto che alla morte si può dire di sì. Dio è stato paziente ed un vero Signore: ha atteso il tuo si è il sì di Carlo insieme. Vi ha rispettati entrambi. E quando in quella sintonia invisibile e segreta di marito e moglie, comunicando ormai solo da cuore a cuore, in quei giorni d’ospedale avete detto insieme si, come nel giorno del vostro matrimonio, ecco Dio ha cominciato lì una storia nuova, una storia eterna. L’amore vince sulla morte. Siete sposi per sempre. La Madonna che vi ha custoditi teneramente sia ora testimone delle nozze eterne. Amen.