Certamente mi mancherà alle prossime benedizioni quell’incontro così semplice e bello con nonna Rina. Quando arrivando agli inizi di Via Saludecio già assaporavo il gusto del caffè caldo che immancabilmente trovavo sulla tavola quando entravo in casa. E tutte le volte mi chiedevo come facesse a sincronizzare il mio arrivo con il caffè caldo appena uscito dalla caffettiera. Ma la Rina era sempre capace di stupirmi. Una nonna dolce, tenera e di una grande fede. Uno splendore di purezza. Una purezza di cuore e di sguardi al punto che riusciva a vedere il bene ovunque e parlava di Gesù a volte come se gli fosse accanto. E probabilmente era proprio così.La sua preoccupazione più grande negli ultimi tempi era non poter venire a messa. Me lo ripeteva sempre, come un peso che la schiacciava. Non tanto come senso di colpa, ma come una grazia che le veniva negata. Mi ricordava che da bambina con la mamma faceva chilometri a piedi per andare alla messa, d’estate, d’inverno, con la pioggia e con la neve. E questi ricordi li aveva così vivi non come una fatica fatta, ma come un dono ricevuto. La messa era la sua passione. Ma era anche una sua passione anche la cucina. Penso che con lei se ne va una ricetta di torta che mi deliziava ogni mese la mattina a colazione. E come non ricordare le squisite cene con Gianluca e gli preti dove gustavamo un coniglio al forno d’alta scuola? Una cuoca sopraffina.
Carissima Rina ci manchi davvero, ma ci consola il fatto che adesso abbiamo una santa in cielo. E dato che ci volevi così bene, quanto ancora di più ce ne vorrai ora che vivi la pienezza della vita. Prega per noi. Per i figli che ti hanno così teneramente accudito e per tutti gli anziani, affinché possano mantenere quello sguardo di purezza che ti ha contraddistinto fino alla fine.
Riposa in pace.