Mater

Dove ci troviamo...

La Chiesa Mater Admirabilis si trova a Riccione, nella zona turistica. Per conoscere la sua posizione esatta clicca QUI

Un po' di storia...

Negli ultimi decenni del 1800 la fama di Riccione come stazione balneare cominciò a diffondersi. Le piccole casa di pescatori offrivano ospitalità nella stagione estiva a qualche famiglia, e qualcuno più coraggioso aveva acquistato dei terreni per costruire una villetta.

Chi intravide il futuro di Riccione, ne esaltò la fama e si prodigò per la realizzazione della Riccione Balneare che è arrivata evolvendosi sempre di più fino ai giorni nostri fu il conte Giacinto Martinelli. Egli comprò una vasta zona di arenile, tracciò ampi viali e piantò file di alberi, in questi lotti di terra sorsero delle villette e la popolazione estiva iniziò a crescere a dismisura.

Ben presto si sentì l’esigenza di avere una cappella, un posto dove pregare e celebrare la Santa Messa anche al mare, nel Nuovo Paese che si stava sviluppando ed il Conte Martinelli trasformò una stalla in cappella e la mise a disposizione della comunità ma il piccolo locale non era abbastanza capiente per la gente che partecipava alle funzioni religiose e queste assistevano alla Messa dall’esterno.

Nel 1908 la signora Manusardi lanciò un appello alle persone “che più vivo hanno negli animi il sentimento religioso affinchè per comune iniziativa sorga una nuova chiesa, più degna del luogo e della fede professata” così venne costituito il “Comitato per l’erezione di una chiesa sulla spiaggia di Riccione”. Molte furono le donazioni in denaro, anche di modesta entità, ed il Conte Giacinto Martinelli oltre alla somma di 1000 lire donò l’area “dove dovrà sorgere la chiesa decorosa ma semplice”. Le sottoscrizioni venivano aperte con quote da 25 lire e solo chi partecipava con quattro quote veniva ricordato con un’effige sulle pareti della chiesa (S. E. il Card. Ferrari Arcivescovo di Milano, il Sac. Eugenio Tosi, Vicario generale di Rimini, ai tempi S.E. il cardinale Arcivescovo di Milano, S. A. il Principe Sac. Max di Sassonia, Mons. Ugo Marcolini, le famiglie Avondo, Morassuti, Piva, Santangelo, Tamburini, Manusardi, Zoccoli, Aventi e altre….).

Venne subito posata la prima pietra contenente l’iscrizione: Nel nome della SS. Trinità questo giorno 8 agosto 1909 – regnando Vittorio Emanuele Re d’Italia – essendo vescovo di Rimini Vincenzo Scozzoli, e parroco di Riccione Mignani Don Agostino, venne posta la prima pietra di questa chiesa che la generosità dei bagnanti volle innalzata ad onore della Madre Ammirabile Maria Santissima Stella del Mare”.

Il disegno della chiesa venne realizzato dall’ingegnere Giuseppe Camperio di Milano ed i lavori vennero diretti dall’ingegnere Luigi Tonetti.

La famiglia Piva donò una copia della pittura a fresco di Mater Admirabilis presente nel corridoio di un convento della Trinità dei Monti che si trova a Roma e venne posto sull’altare maggiore della chiesa, da qui il nome Mater Admirabilis.

La chiesa sorse rapidamente sulla spiaggia: le prime pietre vennero offerte dalle fornaci inaugurate dall’ingegner Piva come pure tutto il materiale occorrente per la realizzazione della stessa. I signori Morassuti, fratelli della signora Piva, donarono tutto il legname necessario, vennero organizzate fiere di beneficenza dai bagnanti e vennero raccolte con le offerte parecchie migliaia di lire. Il vescovo di Rimini benedisse “di gran cuore tutti gli oblatori della Chiesa Mater Admirabilis allo scopo di ultimare i lavori”.

Durante il terremoto del 16 agosto 1916 la chiesa venne gravemente danneggiata. Le spese per rimetterla a nuovo vennero coperte dal Comitato, da donazioni anche da parte di sconosciuti, 5000 lire vennero rimesse dal Pontefice, il Ministero di Grazia e Giustizia spedì fondi per ultimare i lavori, la signora Manusardi sostenne le spese per le decorazioni ed il Commendator Perlasca di Brescia si accollò le spese della pavimentazione. Il 30 agosto 1923 la Contessa Chiara Soleri Martinelli donò un altro appezzamento di terreno per costruire la casa sacerdotale ed alcuni locali per l’istruzione giovanile. Nel 1927 grazie al contributo del Commendator Perlasca veniva iniziata la casa sacerdotale ultimata grazie alle donazioni dei fedeli ed i Padri delle Missioni Africane di Verona si insediarono nella stessa.

 

Grazie ad altre donazioni venivano eretti due nuovi altari in marmo, venivano offerti arredi , lampade e vasi sacri. L’altare dedicato a Sant’Antonio venne eretto grazie ad una sottoscrizione pubblica, invece l’altare del Sacro Cuore di Gesù venne voluto dal Comitato. I due altari vennero eretti su progetto e disegno dell’ufficio artistico della “Società An. Consorzio Lombardo per l’Industria” da cui sono state pure forniti i seguenti materiali di composizione: Gradinate in marmo Chiampo di Vicenza, capitelli, basi, paglio e lesene di marmo bianco di Carrara, colonne in Marmo rosa d’Angeli di Folgara, mensa e gradini per candelabri in marmo bianco di Botticino.

La lavorazione dei marmi e l’assistenza alla posa sono state curate dal “Reparto Industria Marmifera di Lissone” della medesima società. Dalla “Ditta Riccardo Politi di Milano” sono state modellate, fuse e dorate le portine di bronzo dei Tabernacoli. Alla bellezza significativa dell’offerta si accorda in modo perfetto l’insieme degli altari pienamente armonico e decoroso.

Grazie alla generosità dei riccionesi e dei bagnanti vennero erette tre campane che fungevano da richiamo per i fedeli. La prima campana, la più grossa, quella con la voce robusta e potente portava il motto “IL POPOLO DI RICCIONE ALLA MADRE AMMIRABILE”. 

DEFUNCTOS PLORO” fu inciso sulla seconda campana dalla voce carezzevole e triste, l’eco del pianto della madre per la perdita del figlio e del bimbo che ha perso la madre. 
“I NOSTRI MORTI RISORGERANNO” fu inciso sulla terza campana la più piccola dalla voce squillante ed argentina.

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