Una antica omelia dei primi secoli sosteneva che in questa notte il Signore Gesù è andato cercare negli inferi il primo padre Adamo, come il buon pastore la pecorella smarrita. E appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Così continua quella suggestiva omelia:
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura“.
Alcune immagini sono davvero evocative.
Il monito ai dormienti ad esempio. “Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno“. Chi sono questi dormienti che Gesù va a svegliare? Direi che siamo un po’ tutti noi che volentieri ci addormentiamo piuttosto di stare svegli e prendere contatto con la realtà. I dormienti sono coloro che preferiscono non prendere impegni e responsabilità, che non prendono in mano la loro vita, che disattendono la loro vocazione di padri e madri, che disilludono regolarmente i loro impegni di governo. Svegliati dice Gesù a costoro. Non lasciare andare la tua vita, costruisci dei progetti condivisi. Voi fidanzati perenni prendete il coraggio di una scelta di vita matrimoniale, voi coppie che tentennate decidete di aprire i vostri cuori alla nascita di un figlio, voi laici di periferia siate protagonisti nella parrocchia e nella chiesa. Svegliati tu che dormi. È Pasqua. Il Signore Gesù è risorto. Non rimanete addormentati per non pensare, costruite un pensiero politico, sociale, educativo. Non andate dietro agli impulsi della pancia, fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.
Un altra immagine evocativa dell’antica omelia riguarda i prigionieri. A coloro che sono in carcere dico: uscite. Non ti ho creato perché rimanessi prigioniero dell’inferno.
Chi sono i prigionieri che Cristo viene a liberare? Sono coloro che rimangono vittime della propria o altrui dipendenza. Sono i prigionieri degli idoli. Sono i dormienti che non hanno voluto svegliarsi e ad un certo momento si son dovuti svegliare prigionieri. E anche qui citerei il buon Dante: “chi è causa dei sui mal pianga se stesso”. La Germania degli anni 30 ha scelto democraticamente il suo leader. Ma dormiva. Poi si è svegliata con un dittatore. Si comincia con un vizio, dicendo tanto smetto quando voglio…poi ci si sveglia ossessivi e compulsivi. Quando ci si sveglia prigionieri c’e solo da piangere la propria mediocrità. Eppure il Cristo viene in questa Pasqua a liberare i prigionieri dagli inferi, dagli inferi del gioco, dell’azzardo, della droga, del sesso, della pornografia. A tutti questi che hanno macchiato l’immagine di Dio nei loro cuori Gesù dice: Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui!
Ma l’immagine più forte, più pasquale è la resurrezione dei morti. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Cristo non solo sveglia gli addormentati, non solo libera i prigionieri, ma fa risorgere dai morti.
Fa risorgere dalle situazioni di morte. Dalle morti spirituali, dalle morti psicologiche, dalla morte fisica. Cristo questa notte è disceso negli inferi per strappare i morti dalla morte, ha fatto così un tanaliberatutti, e ha costretto il diavolo a contare “ad libitum” in un gioco che non vincerà più.
Non dobbiamo ora temere più nulla.
Il Signore Gesù è vivente per sempre. Amen. Alleluja.