Ecco i doni di Francesco

Bauman “Ecco i doni di Francesco”
ZYGMUNT BAUMAN
Papa Francesco è il dono più prezioso (anzi, inestimabile) che la Chiesa cattolica romana ci abbia offerto, oltre che il regalo di cui la società aveva più bisogno in questi tempi tormentati dall’incertezza, privi di direzione, alla deriva, senza uno scopo e senza fiducia.
 
Più di qualsiasi altra cosa, il mondo di oggi, caratterizzato da sconvolgimenti, catastrofi e crisi, è un insieme di problemi che richiedono attenzione e devono portare all’azione.
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La famiglia tradizionale? È un’eccezione..

Padri donna, uteri in affitto: il viaggio tra le civiltà tribali di Claude Lévi-Strauss per “sbarazzarci dei paraocchi”
 
CLAUDE LÉVI-STRAUSS
 
Gli antropologi hanno molto da dire sulla procreazione artificiale, perché le società da loro studiate si sono poste tali problemi e hanno elaborato alcune soluzioni. Queste società, è vero, ignorano le tecniche moderne di fecondazione in vitro, di prelievo di ovuli o di embrione, di trasferimento, impianto e congelamento. Ma hanno immaginato e messo in atto formule equivalenti, almeno dal punto di vista giuridico e psicologico. Permettetemi di fare qualche esempio.
 
L’inseminazione grazie a un donatore ha il suo equivalente in Africa, presso i Samo del Burkina Faso. In questa società, ogni ragazza si sposa molto giovane, ma prima di andare a vivere con suo marito

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C’è un clima ostile verso i musulmani sempre più sotto attacco

 
Iverna McGowan di Amnesty: 
ANNA LOMBARDI
Teme che una formula di questo tipo apra la porta a nuovi licenziamenti?
«È possibile. Anziché tutelare quelle donne che indossando il velo vogliono solo esprimere i valori della propria cultura, la sentenza offre anzi una scappatoia a chi vuole agire in maniera discriminatoria. Azione particolarmente grave in questo momento, con i musulmani sempre più sotto attacco in Europa e già duramente discriminati nelle scuole e nei posti di lavoro».
Indossare simboli religiosi è un diritto?
«Se si tratta di una libera scelta, se non ci sono pressioni in tal senso, senz’altro sì. Tutti hanno il diritto di esprimere la propria cultura, le proprie tradizioni, i propri valori religiosi attraverso uno specifico modo di vestire. E comunque c’è un’attenzione morbosa solo verso i simboli della fede islamica, il velo delle donne su tutti».
Molti lo considerano un simbolo di oppressione…
«Se la scelta è libera, se non ci sono pressioni bisogna rispettare il diritto delle donne a manifestare così la propria fede. Invece quello a cui assistiamo è il linciaggio di una cultura. Purtroppo viviamo in un’epoca dove anche identità religiosa e aspetto esteriore sono diventati terreno di scontro politico».
Anche la sentenza entrerà nel dibattito politico europeo?
«Le retorica xenofoba e sempre più forte in Europa. Sicuramente questa sentenza sarà utilizzata da Marine Le Pen nella campagna elettorale francese. E poi, essendo un giudizio della Corte di giustizia europea, influirà sulle scelte e sulle prossime leggi di tutti i paesi europei».
Come pensate di reagire?
«Ci saranno senz’altro sfide legali a quanto i giudici hanno scritto ieri. Nel frattempo bisogna monitorare come verrà messa in pratica la sentenza. Capire se i nostri timori di ulteriori discriminazioni sono effettivamente fondati».