TORNIAMO ALLE I D E E D I PLATONE

TORNIAMO ALLE I D E E D I PLATONE
Piacere dei sensi, assenza di problemi, salute dell’anima. Sono le diverse definizioni di felicità dei filosofi antichi: le loro lezioni sono ancora utili
di Pierre Zaoui
Il concetto di felicità è antichissimo, e risale alle origini greco-latine dell’Europa. Tutte le filosofie antiche si sono preoccupate della felicità. E non solo i filosofi ellenistici (con il cinismo, lo stoicismo, l’epicurismo e lo scetticismo, che si presentavano esplicitamente come eudemonologie, ovvero scienze della felicità o dello “spirito buono” — in greco:eudaimonia), ma già la filosofia di Aristotele, secondo la quale, in opposizione al platonismo, la maggior parte degli uomini non ricerca un bene misterioso e inaccesibile bensì, più semplicemente, la felicità. Lo stesso Platone dedicò alla felicità uno dei suoi ultimi dialoghi,Il Filebo, affermando la possibilità di una “ salute dell’anima” ( euessia): giusta misura tra assenza di piacere e piaceri corporali illimitati.
Naturalmente i filosofi non erano mai d’accordo su quale fosse esattamente la natura della felicità e sui mezzi necessari a raggiungerla.
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La mia battaglia per dare voce a chi non ce l’ha!

 
Pierfrancesco Diliberto (Pif) “Io, ex Iena malato di timidezza”
“La mia battaglia per dare voce a chi non ce l’ha”
“Ho difeso i disabili, spero di non doverlo fare più”
 
SILVIA FUMAROLA
CONTINUA A RIPETERE che soffre «di una timidezza patologica ». Ma se ripensi al passato da Iena (quando mollava lì l’intervistato di turno per correre da un personaggio più famoso), sembra difficile credergli. «Facendo quelle cose soffrivo, i servizi migliori riuscivano se non ero vestito da Iena: ancora oggi non farei tante cose. Mi spingono e mi butto». Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, da Palermo, classe 1972, è fatto così. Giacca smilza, occhi chiari malinconici che contrastano col sorriso, ha l’aria da ragazzo d’altri tempi.
Col primo film La mafia uccide solo d’estate,diventato serie tv, ha fatto commuovere e sorridere persino un magistrato che in Sicilia la mafia la combatteva, il presidente del Senato Pietro Grasso. Promosso anche con In guerra per amore, in tv è tornato alle origini. Videocamerina alla mano, con Il testimone – nato su Mtv e ora approdato il venerdì su Tv8 – esplora la realtà a modo suo, facendo interviste incollato ai protagonisti, un corpo a corpo. «Provo a restituire la verità. Mio padre era regista e produttore, ho debuttato con lui in una tv privata ma non mi ha spinto a fare questo lavoro. Tutti pensano che sia donne e champagne, ma è un lavoro precario».

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Rettifica personale all’articolo sul Carlino del 21 Febbraio 2014

Ecco, di seguito, l’originale dell’intervista al Carlino del 21 Febbraio 2014. Il titolo del giornale é stato fuorviante. Non ho mai pensato in vita mia di sollecitare i genitori a chiedere l’amicizia su Facebook ai propri figli.

I genitori chiedano ai loro figli non solo come va a scuola, ma anche come va su Faceebook, perché?
Su Facebook i ragazzi si sentono a casa. Si raccontano, piangono, ridono insomma abitano Facebook. Per qs un genitore deve chiedere come va. Poi i figli potrebbero tacere, ma questo mi pare succeda anche chiedendo della scuola. Allora bisogna armarsi di santa pazienza e attendere momenti migliori. Ma mai abbassare la guardia sul dialogo.

Cosa devono temere maggiormente mamme e papà, i pericoli più incombenti (dai profili e gruppi che possono indurre alla pedopornografia a quelli
satanici o autolesionisti, fino al rischio di crearsi un mondo virtuale anziché reale)

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